lunedì 20 agosto 2012

Eleventh Day - QUESTO NON E’ SUPERQUARK


16/8/2012

Giornata di piogge.
La stagione delle piogge che presentano ai documentari ha un inizio ed una fine; è un periodo nel quale le precipitazioni sono abbondanti e cadenzate con grande costanza.  
E naturalmente anche il Senegal non fa eccezione. Nella teoria è tutto come letto, come raccontato come visto in televisione.  Ma per chi viene da un altro Paese, l’impatto con questo periodo dell’anno ha connotati talmente repentini e violenti da non poter essere descritto con un’inquadratura sommaria su una zona desertica o su un villaggio. La stagione delle piogge è fatta di temporali. E ogni temporale ha la sua inquadratura perfetta. Tanto per cominciare la nostra è stata al buio. Se piove la luce salta. E se salta la luce, succede che una cittadina intera rimane al buio, tranne nei momenti in cui lampi giganteschi squarciano il cielo a metà, illuminando a giorno case e strade massacrate dalla pioggia . Ergo fare appena 500 metri per tornare alla nostra residenza è molto più che un problema; i tergicristallo della jeep non contemplano precipitazioni di tale portata. Ogni dosso è sinonimo di una doccia. Ogni volta che incrociamo un mezzo pesante, che ovviamente non accenna a rallentare, un rischio immane.  Nella parte di strada non asfaltata la probabilità di rimanere impantanati nel fango è altissima, fatto sta che siamo costretti a cambiare cinque percorsi prima di trovare una via adeguata a raggiungere l’abitazione, dove il guardiano ci aspetta da un’ora, conscio forse della nostra totale impreparazione ad un acquazzone di tale portata.
 L’Africa probabilmente cambierà anche i nostri termini di paragone, la nostra capacità di giudizio una volta che tornati a casa.  


Help and Birth

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