sabato 31 marzo 2012

Unicittà.it Intervista Help and Birth

Unicitta.it ha deciso di farci un'intervista che vi riportiamo qui di seguito:

http://www.unicitta.it/2012/03/31/intervista-birth-entry-della-rete-universitaria-fiorentina/ 


HELP AND BIRTH è un’ associazione ONLUS, formata a metà del 2011 da un gruppo di studenti dell’Ateneo fiorentino e da poco entrata a far parte R.U.Fi, la Rete Universitaria Fiorentina. Per maggiori informazioni riguardo gli obbiettivi e le finalità del gruppo è possibile consultare la scheda di presentazione, nell’apposita sezione dedicata alla RUFi del sito Unicittà.
Quella che segue è l’intervista a Lorenzo Giorgi, presidente dell’associazione, che ci ha raccontato i dettagli del lavoro che il gruppo sta portando avanti in questi mesi, in particolare un progetto di Cooperazione allo Sviluppo per la costruzione di un centro culturale ed educativo nella città di Meckhe, in Senegal.

Lorenzo, come è nata Help and Birth? Quale è stata l’idea ispiratrice che ha portato all’incontro di tutti voi?
Il gruppo nasce all’interno dell’ateneo fiorentino, da studenti della Facoltà di Sviluppo Economico e Cooperazione Internazionale. I legami di amicizia tra i vari componenti hanno facilitato l’instaurazione di un gruppo forte, unito non solo da un intento comune e dalla voglia di mettersi a disposizione per gli altri, ma anche da un interesse più professionale, dettato dal tipo di studi. L’idea di fondare una ONLUS viene da un senso comune di voglia di partecipazione, di provare a creare qualcosa al fuori dei vecchi sistemi politici o dall’inserimento in colossi dell’aiuto globale. La costituzione di una piccola realtà, ovviamente, non è facile in questo periodo, specie quando ti poni l’obiettivo di perseguire a lungo termine i tuoi progetti, ben consci del fatto che senza impegno, fatica, e una forte passione per l’ “essere umano” in sé, non si potrebbe andare avanti per molto.

Come siete arrivati alla conoscenza della città di Meckhe in Senegal e cosa vi ha portato a decidere di operare proprio in quel territorio?
La richiesta del progetto viene direttamente dal Comune della città di Meckhe. Grazie ad un incontro tra noi e i rappresentanti di ASCOMI e alcuni cittadini residenti in Italia, si è deciso di realizzare il progetto. L’aspetto culturale, la necessità per una realtà importante di studenti (quasi 5000) di iniziare ad avere un accesso più completo, più rapido e diretto alle informazioni, nonché la possibilità di interagire con i compagni e di migliorare le loro possibilità di apprendimento, ci hanno convinto della bontà del progetto. Abbiamo deciso quindi di iniziare ad operare in Senegal, collaborando con questo Comune, in modo da iniziare a migliorare una realtà che ha necessità di capacità e conoscenze più ampie. Questo progetto va visto soprattutto in ottica futura, la cultura non è un bene deperibile e i bambini che riusciranno ad accedervi, saranno senz’altro un motore primo di un processo che porterà benefici anche ad altre fasce di popolazione, e spronerà i futuri studenti a seguire lo stesso percorso.

Come state portando avanti il percorso di realizzazione del progetto, in termini di contenuti e di raccolta fondi? Quali le difficoltà principali?
Il progetto, materialmente, si articola in 3 sezioni principali: una biblioteca con aula studio, un punto informatico e una sala riunioni per la comunità, oltre ad uffici per la gestione del posto. Il progetto è interessante anche per questo, è pensato in modo da avere una stabilità non solo al momento della realizzazione, ma anche in previsione futura. Abbiamo già incontrato il sindaco e gli altri esponenti della comunità locale, e con loro si è trovato un accordo per riuscire, una volta terminata la raccolta fondi e la costruzione, ad ammortare i costi in modo da renderlo totalmente dipendente dal Comune. Le difficoltà per la raccolta fondi ci sono, indubbiamente. Il periodo non è facile, crisi, manovre, tasse, continuano a colpire le tasche dei cittadini (NB: non faccio giudizi di valore qui, semplicemente constato un dato di fatto), le risorse alla cooperazione internazionale in Italia vengono tagliate e siamo da anni sotto gli standard della Comunità Europea. Di incentivi privati ce ne sono pochi, anche le banche hanno ridotto sensibilmente i bandi di concorso e i fondi che prima mettevano a disposizione per il settore associazionistico.
La fortuna vuole che le persone però condividano in ogni caso un senso di umanità, e per una buona causa spesso sono state partecipi alle nostre iniziative. Ricordiamo anche che la cultura dell’aiuto e dell’associazionismo è forte e ben radicata nella nostra tradizione, e che, grazie a bandi europei, è ancora possibile trovare discrete quantità di fondi per coprire i costi e di gestione, e di costruzione del progetto. In sostanza siamo positivi nonostante le oggettive difficoltà che vediamo intorno.

Che tipo di scenari vi si presentano in caso di realizzazione del progetto? Avete in programma di recarvi personalmente sul luogo?
Sul luogo ci siamo già recati tra il mese di dicembre e quello di gennaio. Il presidente e il tesoriere hanno già fatto un viaggio, accompagnati da altri due soci dell’associazione, per un incontro con la comunità locale e per iniziare a capire le dinamiche interne della città. È in programma un altro viaggio in agosto, con altri membri del direttivo e alcuni esperti per studiare le caratteristiche fisiche del luogo, in modo da realizzare il progetto sulla base di queste (es: tipo e composizione del terreno, provenienza materie prime, prime contatti con le imprese locali, ecc…). Il progetto in questo modo può essere modificato anche in base a caratteristiche reali (comprensibili solo sul luogo), se si dovesse ritenere necessario farlo. Per ora abbiamo un ottimo rapporto con il Comune e la città di Meckhe; ci conoscono, ed è nostra intenzione rafforzare questa conoscenza. Si ritiene che noi del cosiddetto “Primo Mondo” siamo a conoscenza delle necessità altrui, ma spesso è falso. Bisogna parlare con le persone, raccogliere idee e sentire gli umori e le intenzioni delle comunità. Senza appoggio locale non si realizza un bel progetto, per questo siamo contenti di questo primo viaggio e del buon rapporto sviluppatosi con i cittadini.

Infine, per chi fosse interessato ad unirsi al gruppo e a collaborare con voi, come può contattarvi e quali requisiti chiedete?
Per quanto riguarda i requisiti, richiediamo innanzitutto una forte passione per gli altri. Ovviamente questa deve essere la base, la volontà di aiutare deve partire da dentro una persona, ma da sola non basta. Siamo sempre aperti a nuovi collaboratori, cerchiamo persone con capacità, conoscenze nei più svariati campi (l’interdisciplinarità aiuta nel comprendere vari aspetti di un progetto) e che vogliano mettersi in gioco, sapendo superare anche ostacoli e difficoltà. Questo è utile sia in ottica organizzativa, che personale: parlare con autorità, volantinare, creare eventi, fare bilanci, trovare materiale tecnico per installazioni e tutta un’altra serie disparata di attività, non sono nelle corde di tutti i soggetti, quindi è un ottimo metodo per migliorare le proprie qualità personali, anche in quegli aspetti che non si sono mai potuti, o voluti, sviluppare. Un mettersi in gioco insomma.
Al momento abbiamo un blog e una pagina facebook dove poterci seguire e da cui ricavare i contatti dei membri. Poi ovviamente tramite mail helpandbirth@gmail.com che viene costantemente controllata. Visto che ora è possibile, ci piace incontrare di persona chi è interessato, vogliamo creare un contatto umano, che vada oltre la qualità e le caratteristiche professionali. Cerchiamo persone innanzitutto. Con queste ci si organizzerà per aiutarne molte altre.


Margherita Ghita

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